Ricercatori dell’università di Eindhoven hanno messo a punto un sistema a raggi infrarossi che dovrebbe sostituire il Wi-Fi nel giro di qualche anno

Ubique o quasi, le connessioni Wi-Fi sono diventate uno degli aspetti fondamentali della nostra quotidianità. Che ci si trovi in casa, a lavoro, in strada o al ristorante poco importa: grazie alla connettività senza fili possiamo controllare la posta elettronica, aggiornare i profili social oppure ottenere le indicazioni stradali da computer, smartphone, tablet e smartwatch. Con il tempo, però, lo spettro di banda del Wi-Fi è diventato un po’ affollato e a risentirne, in alcuni casi anche pesantemente, sono state le performance degli utenti.

La tecnologia Wi-Fi, infatti, utilizza le bande da 2,4 e 5 gigahertz per permettere ai dispositivi di inviare e ricevere dati, sia su Internet sia all’interno di una rete locale (una LAN, ad esempio). Gli standard attuali (il più avanzato è lo IEEE 802.11ac) garantiscono una velocità Wi-Fi massima teorica di poco superiore al gigabit: sufficiente in un ambiente “casalingo”, ma poca cosa se si pensa che alla stessa Wi-Fi pubblica possono connettersi centinaia di dispositivi alla volta (spartendosi la banda disponibile).

Una possibile soluzione arriva dall’Olanda, più precisamente dall’Eindhoven University of Technology, dove alcuni ricercatori hanno messo a punto una nuova tecnologia per la connettività senza fili. Sfruttando LED a luce infrarossa, i ricercatori dei Paesi Bassi hanno realizzato un sistema di comunicazione capace di garantire una velocità di connessione di 40 gigabit al secondo, indipendentemente dal numero di dispositivi connessi. Se queste specifiche trovassero poi riscontro al momento della commercializzazione, ci si troverebbe di fronte alla tecnologia Wi-Fi del futuro.

Alternativa al Li-Fi

 

come funziona il wi-fi a infrarossi

 

L’utilizzo di impulsi luminosi nella trasmissione di dati non è comunque una novità. Da un quinquennio a questa parte (circa) è in fase di studio e test la tecnologia Li-FI che, sfruttando microscopici diodi LED, invia informazioni tramite impulsi luminosi ad alta frequenza (nell’ordine di migliaia al secondo). Con una velocità di connessione nell’ordine di alcuni gigabit (fino a 10, secondo gli ultimi esperimenti condotti) e data la possibilità di utilizzare anche “normali” lampadine LED, il Li-Fi è considerato da molti esperti del settore come la tecnologia comunicativa perfetta per il pieno sviluppo dell’Internet of Things.

La scoperta del team olandese mette ora in discussione questo primato: la trasmissione di dati a infrarossi, infatti, è alternativa e concorrente al Li-Fi. E, almeno dai primi risultati, sembra promettere performance migliori.

Come funziona la trasmissione di dati via raggi infrarossi

Il sistema di telecomunicazione messo a punto presso i laboratori dell’Eindhoven University of Technology si basa su una serie di antenne da “soffitto” su cui sono montati dei ricevitori, che captano i segnali luminosi in arrivo dai dispositivi presenti nelle vicinanze, e dei diodi infrarossi, il cui scopo è di trasmettere informazioni ai dispositivi stessi. I diodi, inoltre, sono in grado di emettere fasci di luce infrarossa con lunghezze d’onda differenti, così da poter garantire a ogni singolo dispositivo connesso il massimo della banda di trasmissione.

 

cosa è il wi-fi a raggi infrarossi

 

Con una frequenza operativa di 200 terahertz (ovvero, 200mila miliardi di impulsi al secondo), il sistema a infrarossi messo a punto in Olanda è in grado di garantire una velocità Wi-Fi di 42,5 gigabit al secondo in un raggio di 3 metri circa. Una distanza limitata, ma che non preoccupa affatto gli scienziati dei Paesi Bassi: disponendo le antenne in maniera strategica, infatti, gli utenti potranno aggirarsi all’interno della stanza o della propria abitazione senza grossi problemi: sarà l’infrastruttura tecnologica a occuparsi del passaggio di un dispositivo da un’antenna a un’altra, senza rallentamenti o cadute di segnale e quindi senza che l’utente si accorga di nulla.

Inoltre, la velocità di connessione sarà “garantita” per ogni dispositivo connesso alla stessa antenna: la capacità di emettere fasci infrarossi su lunghezze d’onda differenti, infatti, fa sì che ogni utente o dispositivo possa avere un “canale privilegiato” al quale connettersi senza andare a intaccare le performance degli altri.

Questione sicurezza e privacy

 

wi-fi infrarossi sicurezza e privacy

 

Trattandosi di una tecnologia basata sull’emissione luminosa (ancorché invisibile all’occhio umano), la comunicazione a infrarossi offre standard di sicurezza superiori rispetto a quelli di una normale connessione Wi-Fi. La luce sarà totalmente schermata da muri e tapparelle e resterà “confinata” all’interno della stanza o dello spazio in cui ci si trova. Per un hacker, insomma, sarà quanto meno complicato riuscire a intrufolarsi nella rete e trafugare qualunque tipo di dati a meno che non sia fisicamente presente nell’ambiente preso di mira.