La vendita di telefonini contraffatti dirotta introiti per 885 milioni di euro, una somma che non ha eguali in tutto il vecchio continente

Non è esattamente un primato del quale andare fieri, eppure eccolo qua: sembra che in Europa, in quanto a smartphone contraffatti, l’Italia sia campionessa assoluta. Lo rivela un’indagine dell’Euipo, l’ufficio interno all’Unione Europea che si occupa della tutela dei marchi e delle proprietà intellettuali nei territori degli stati membri, e che ha recentemente condotto uno studio (qui in formato pdf) sull’impatto del mercato del falso nel settore dei telefonini smart.

Le rilevazioni sono state effettuate su dati relativi al 2015, ma il risultato deprime anche a due anni di distanza: in Italia il valore delle mancate vendite di smartphone dovuto alla presenza sul mercato di alternative contraffatte ammonta a 885 milioni di euro, una cifra che per i legittimi produttori rappresenta un corposo 15,4% di ricavi che si volatilizza in un solo anno. Seguono in top 5 il Regno Unito, che brucia 660 milioni di euro, la Germania con 564 milioni, la Spagna con 386 e la Francia con 380.

Nel complesso, nel 2015 all’interno dei paesi dell’Unione sono stati comprati circa 14 milioni di patacche al posto degli originali — acquisti che hanno generato una perdita per il mercato legittimo di 4,2 miliardi di euro. La Cina e l’area del Pacifico ci surclassano con 23 miliardi e mezzo, ma è una magra consolazione.

di Lorenzo Longhitano