Il futuro del settore automotive sarà contraddistinto da mezzi sempre più intelligenti e capaci di interagire in Rete. Ecco le tendenze del futuro

La mania per i gadget tecnologici e l’alta tecnologia in generale da tempo ha contagiato il mondo delle automobili. Al di là dei vari dispositivi di sicurezza controllati dalla centralina computerizzata del mezzo, capita sempre più di frequente di trovare a bordo delle auto gadget di ogni tipo, che permettono al conducente di interagire con smartphone e altri dispositivi hi-tech.

Il futuro del settore automotive, insomma, non sarà contraddistinto solamente dalle auto elttriche, come la Tesla di Elon Musk, o dalle auto che si guidano da sole, come quelle sviluppate da Google a Mountain View, ma da auto sempre più intelligenti e sempre più in grado di offrire risposte digitali ai bisogni dei passeggeri e del conducente.

Touchscreen

Un esempio sono i tanti sistemi di controllo touch che, ormai, fanno bella figura al centro della plancia delle automobili di ogni fascia. Grazie a questi dispositivi è possibile controllare il sistema multimediale dell’automobile, ottenere informazioni dal computer di bordo e molto altro ancora. In alcuni casi, grazie a un sistema di connessione basato sulla tecnologia 4G LTE, è possibile collegarsi al web dall’interno dell’automobile, potendo così accedere a navigatori satellitari online, account di posta elettronica e profili dei social network.

Il tablet sviluppato da Audi per le sue auto

La tendenza in questo settore dovrebbe portare, almeno stando a quanto mostrato da Audi nel corso del CES 2015, allo sviluppo di tablet di controllo che, grazie alla connettività Bluetooth, permetteranno anche ai passeggeri di gestire il sistema multimediale dell’automobile.

Smart car

Le frontiere tecnologiche del mondo automobilistico potrebbero essere molto più ampie. Ford ha recentemente mostrato un sistema intelligente per la ricerca del parcheggio che potrebbe presto semplificare la vita di moltissime persone. Grazie ad alcune microcamere montate sull’automobile, il cervellone che controlla il computer di bordo è in grado di riconoscere parcheggi libero ed inviare tutti i dati – posizione geografica, immagini e quant’altro – ad un database condiviso nel cloud. Per scoprire se nelle vicinanze ci sono posti auto disponibili sarà sufficiente collegarsi al database utilizzando app sviluppate appositamente e parcheggiare nel giro di pochi minuti.

Sistema di parcheggio Ford

Le auto, insomma, saranno sempre più smart e connesse, diventando parte integrante dell’Internet delle cose.

Auto senza conducente

La tendenza nel settore, come si è potuto anche ammirare tra i vari stande del CES 2015 di Las Vegas, dovrebbe essere settore rappresentata dalle auto che si guidano da sole. Un settore dove Google ha fatto da apripista, ma che ora vede la presenza di alcuni dei maggiori marchi dell’universo automobilistico. Mercedes, ad esempio, ha presentato un prototipo futuristico di auto senza conducente – chiamato F 015 – nel quale l’aspetto interiore, ma anche l’aspetto esteriore, del mezzo sono stati rimodellati in funzione della guida automatica senza bisogno di assistenza. Nelle settimane precedenti, invece, Audi ha presentato un modello molto meno avveniristico, ma capace di girare nelle strade di Palo Alto (nelle vicina vicinanze di San Francisco, in California) per circa 700 chilometri senza che ci sia stato bisogno dell’intervento del conducente.

Auto senza pilota di Audia

I produttori automobilistici, comunque, non sembrano essere i soli a credere nelle potenzialità delle auto che si guidano da sole. Sempre nel corso del CES 2015, NVIDIA ha svelato il nuovo SoC Tegra X1, capace di gestire un sistema di guida automatica in grado di “apprendere” nuovi comportamenti e nuovi stili di guida sfruttando i dati in arrivo dai vari sensori montati sull’automobile.

Maggiore efficienza

Al di là di tutte le supposizioni e le ipotesi che possono essere avanzate, il futuro del settore automobilistico potrebbe non essere molto differente da quello cui siamo abituati oggi. Al fianco della ricerca legata a mezzi mossi da motori elettrici, infatti, i big del settore sono impegnati nello sviluppo di motori a combustione di carburante fossile – derivato, quindi, dal petrolio – sempre più leggeri ed efficienti. Una doppia linea di ricerca dettata, nella gran parte dei casi, da esigenze di tipo legislativo. Vari Governi nazionali hanno infatti varato direttive che impongono ai costruttori di automobili di dotare le loro creature di motori capaci di consumare sempre meno benzina e, di conseguenza, di emettete minori quantità di anidride carbonica nell’atmosfera.

Negli Stati Uniti, ad esempio, le automobili nel prossimo decennio dovranno raddoppiare – o quasi – i chilometri percorsi con un litro di benzina passando dagli attuali 12 km per litro ai quasi 20 km per litro di carburante. Affinché ciò sia possibile, si lavora a motori che brucino con maggiore efficienza benzina e diesel: oggi, nel migliore dei casi, solamente il 40% circa dell’energia sprigionata dalla combustione è tradotta in energia cinetica, mentre la parte restante è dissipata sotto forma di calore. L’obiettivo, dunque, sarà quello di aumentare la percentuale di energia cinetica a scapito di quella dissipata, testando nuove tipologie di iniezione del carburante nella camera di scoppio del motore.

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