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Sono tra le tipologie di malware più subdole. I rootkit vengono utilizzati dagli hacker per impossessarsi di computer o per nascondere altri virus e malware. Ecco come eliminarli dal proprio PC.
Tra le varie tipologie di malware esistenti, il rootikit è probabilmente tra i più subdoli e infidi. Per comprenderlo, basta partire dal nome. La traduzione letterale del termine, infatti, è Kit da amministratore, tanto che a livello esemplificativo in ambiente Unix con il termine root access si identifica l’accesso al sistema di livello amministrativo. Nel contesto hacker, il rootkit è quindi un malware che permette al malintenzionato di turno di poter gestire un qualsiasi computer infettato come se ne fosse l’amministratore. Non solo, perché negli ultimi anni molti hacker stanno utilizzando rootkit per nascondere virus e altri malware agli “occhi” degli antivirus. Insomma, una sorta di mantello dell’invisibilità sotto cui si potrebbero nascondere alcune delle più pericolose infezioni informatiche.
Riuscire a individuare e rimuovere rootkit, quindi, assume un’importanza capitale per la protezione e la sicurezza informativa dei nostri PC e laptop. Fortunatamente sul mercato sono disponibili diverse soluzioni in grado di aiutare tutti gli utenti, da chi ha più competenze tecniche, come il geek, fino a chi sa a mala pena accendere un computer e avviare il pacchetto Office.
GMER è tra le alternative più utilizzate dagli utenti. Dietro un’interfaccia piuttosto scarna e, a dir la verità, tutt’altro che attraente, si nasconde un programma di scansione e rimozione rootkit molto potente e affidabile. Una volta installato, basta selezionare la scheda Rootkit/Malware e cliccare su Scan per avviare la ricerca di file e programmi malevoli. GMER, però, non effettuerà fisicamente la rimozione dei file, ma indicherà all’utente in quale percorso trovarlie così che possa rimuoverli manualmente. Per questo motivo, GMER è un programma indicato soprattutto per utenti esperti, che sappiano distinguere tra un vero rootkit e quello che in gergo tecnico viene definito false positive, ovvero un file che sembra un malware ma non lo è.
Gli utenti meno avvezzi all’informatica potrebbero quindi optare per Kaspersky TDSSKiller. Dotato di un’interfaccia decisamente più “amichevole”, usabile e graficamente piacevole, il programma per eliminare rootkit della software house russa fa comunque il suo lavoro. Il motore di scansione è veloce ed efficacie e permette agli utenti di eliminare eventuali file infetti senza dover armeggiare troppo tra cartelle, directory e Risorse del computer.
Al fianco di questi due prodotti, entrambi in pole anche se per fasce e tipologie diverse di utenti, troviamo altre valide alternative per rimuovere rootkit. Avast Anti-Rootkit è piuttosto semplice da utilizzare, nonostante l’interfaccia ricordi molto da vicino il terminale di Windows. Dopo l’installazione, basterà lanciarlo e cliccare su Scan per scovare tutti i possibili rootkit presenti nel PC, mentre per correggere eventuali falle basterà cliccare su Fix e il gioco è fatto.
McAfee Labs RootkitRemover, infine, ha un aspetto molto simile al programma di Avast, ma a differenza di quest’ultimo provvederà a scansionare e rimuovere rootkit con un unico processo, senza che l’utente debba avviarli separatamente.
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