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Nella gran parte dei casi, un segnale Wi-Fi debole o disturbato è causato da un errato posizionamento del router. Ecco come trovare quello perfetto.
A volte il segnale Wi-Fi rilevato, specie in ambienti distanti da quello dove è posizionato il nostro access point, è debole e non riusciamo a connetterci alla Rete con i nostri dispositivi oppure, dopo la connessione, la navigazione risulta lenta e difficoltosa. Questo perché il numero di dispositivi che si connettono senza fili (laptop, ma anche smartphone e tablet) è in continua crescita, finendo con il generare un vero e proprio intasamento dell’etere e un decadimente nella qualità del segnale wireless. Come rimediare? Una buona soluzione è spesso quella di amplificare il segnale Wi-Fi con trucchi e mezzi fai da te.
Cambia canale (del Wi-Fi)
Il primo accorgimento da prendere riguarda il canale su cui viaggia il segnale della rete casalinga. La banda del Wi-Fi, come tutte le trasmissioni radio, è divisa in diversi sotto-canali, ovvero bande ristrette di frequenze radio, sui quali trasmettere il segnale.
La banda wireless da 2.4 GHz divisa in 14 sotto-bande da 22 MHz ognuna. Gli standard internazionali hanno suddiviso la banda da 2.4 GHz in 14 sotto-bande da 22 MHZ ciascuna. Solitamente il router sceglie quella meno intasata, ma a volte può capitare che si creino delle interferenze con altri dispositivi wireless presenti in casa (il telefono cordless, il forno a microonde, i telecomandi, i baby monitor e altro) o con i router dei vicini. In questi casi, cambiare il canale della rete Wi-Fi potrebbe risolvere i vostri problemi di connessione.
Alcuni programmi possono essere utili allo scopo: i ricevitori Wi-Fi del laptop o del computer desktop sono in grado di analizzare lo spettro trasmissivo e individuare su quali canali stiano trasmettendo i router e gli access point presenti nei dintorni. In questo modo sarà possibile scoprire il canale meno intasato e migliorare le prestazioni della connessione senza fili cambiando canale. La utility inSSIDer della software house MetaGeek è tra i più utilizzati del settore: fornisce una miriade di informazioni sulle varie connessioni Wi-Fi disponibili nel raggio d’azione del dispositivo. Per i nostri scopi, sarà sufficiente spulciare la colonna “Channel” e individuare il meno utilizzato. Fatto ciò, si potrà procedere al cambio di canale. Ogni produttore ha procedure differenti per modificare la banda. Le modalità per eseguire questo cambiamento sono indicate nel manuale d’istruzioni, in alternativa è sempre possibile fare una veloce ricerca in rete oppure, in ultima istanza, rivolgersi all’assistenza tecnica del produttore per avere maggiori informazioni.
Molti router e access point di ultima generazione, inoltre, sono dotati della tecnologia dual-band: oltre alla banda da 2,4 GHz, il dispositivo è in grado di utilizzare la banda da 5 GHz, meno intasata e meno soggetta alle interferenze. Pur avendo un raggio d’azione più ristretto (il rapporto tra l’ampiezza della banda trasmissiva e la superficie coperta dal segnale è inversamente proporzionale), questa banda permetterà, quanto meno su brevi distanze, di migliorare sia la qualità della connessione senza fili, sia la velocità di trasmissione dei dati.
Problemi di… software
Un altro trucco consiste nell’aggiornare il firmware del router. Spesso i problemi possono essere causati da piccoli bug nel software che gestisce il segnale wireless. Di tanto in tanto, le case produttrici rilasciano nuove versioni del firmware che risolvono i problemi e aggiungono nuove funzionalità. Potrebbe accadere che l’ultimo aggiornamento sia servito proprio a migliorare i metodi di gestione del Wi-Fi.
Lo stesso discorso può essere fatto per il laptop o per il computer desktop: con un aggiornamento dei driver della scheda Wi-Fi si potrebbero registrare netti miglioramenti nella ricezione del segnale.
Muoviti, muoviti!
I problemi al Wi-Fi potrebbero essere causati anche da un errato posizionamento del router. Magari è sistemato nelle vicinanze di un pilastro o di un muro portante o comunque in una postazione schermata che impedisce alle onde radio di viaggiare liberamente e, quindi, di offrire copertura adeguata. Secondo un recente studio portato avanti negli Stati Uniti sulle dead-zone del segnale Wi-Fi, la posizione migliore dove posizionare il router è esattamente al centro dell’abitazione, ma questo non è sempre vero in qualunque situazione. A seconda della struttura della propria casa e della parte di essa in cui più spesso ci troviamo ad utilizzare la nostra connettività wireless, il “centro gravitazionale” potrebbe essere dislocato in una stanza apparentemente periferica. L’unica cosa da fare è andare avanti per tentativi ed errori sino a che non si trova il punto di trasmissione perfetto.
L’aiuto può arrivare da una… lattina
Si può, infine, realizzare “in casa” un’antenna unidirezionale, simile a una parabola, che vi aiuterà a focalizzare il segnale dove più serve. Per farlo, vi basterà tagliare a metà una lattina di una qualsiasi bevanda (l’esperimento è stato condotto utilizzandone una di birra), aprirla (tagliandola per lungo e srotolandola fino ad ottenerne una struttura semicilindrica) e quindi posizionarla nelle vicinanze dell’antenna del vostro router proprio come fosse uno specchio: l’intensità del segnale Wi-Fi migliorerà come per magia grazie al riflesso delle onde radio sull’alluminio.
Questione di antenna
Alcuni router Wi-Fi o access point permettono di smontare le antenne esterne e sostituirle con modelli compatibili. In questi casi sarà possibile montare antenne più potenti e capaci di coprire superfici maggiori. Nel caso in cui le antenne siano più di una, si potrà provare a orientarle in direzioni differenti e controllare che ci sia qualche cambiamento nel raggio d’azione del router o nella qualità della ricezione.
Estendi il segnale
Se queste soluzioni non dovessero produrre i risultati sperati, si può ovviare al problema migliorando la propria dotazione tecnologica. Ovvero acquistando un range extender, un dispositivo hardware che permette di estendere la portata della propria rete Wi-Fi. Il range extender non è altro che un ripetitore Wi-Fi capace di potenziare il segnale sorgente verso i cosiddetti black spot, ovvero i punti della casa non coperti ovvero “in ombra” rispetto alla copertura del nostro emettitore wireless.
Sul mercato sono presenti diverse tipologie di ripetitori Wi-Fi, ognuna con le sue caratteristiche e peculiarità. C’è il modello da tavolo, che fisicamente ricorda un modem o un router ed è l’ideale per chi deve coprire i “punti bui” di casa; ci sono poi i modelli wall mount (“montaggio a muro”), che occupano appena lo spazio di una presa della corrente (o poco più) e sono indicati per chi vuole ottenere il massimo risultato occupando il minimo spazio; infine, esistono dei modelli da “soffitto”, indicati soprattutto in ambito business. Nel caso in cui non si vogliano spendere troppi soldi, è sempre possibile riadattare un vecchio e dismesso router Wi-Fi a range extender o access point.
Gli ultimi modelli di ripetitori Wi-Fi sono dotati anche di un sistema che analizza il flusso e la potenza del segnale Wi-Fi e indica qual è la postazione ideale per farlo funzionare. Basterà posizionarlo, di volta in volta, in posti diversi della casa o dell’ufficio e le spie luminose presenti sul range extender vi avvertiranno se, da quel punto, il potenziamento del segnale Wi-Fi sia o meno ottimale.
DD-WRT
I più smaliziati – o i più coraggiosi – potranno provare a installare sul proprio router o access point un firmware sviluppato da programmatori terzi. Solitamente questi software offrono funzionalità e strumenti avanzati rispetto ai firmware realizzati dalla casa madre, permettendo di ampliare le possibilità di utilizzo del dispositivo. È il caso, ad esempio, di DD-WRT, firmware open source, che permette di potenziare il segnale di trasmissione delle antenne e coprire superfici di maggiore ampiezza.
E’ necessario sottolineare che questo tipo di potenziamento metterà probabilmente sotto stress l’hardware del dispositivo e pertanto, alla lunga, potrebbe provocare danni “letali” per il router o per l’access point. Un guasto del genere, naturalmente, non sarebbe coperto dalla garanzia offerta dalla casa madre.
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