Alternative a Windows e Mac OS, le prime distribuzioni Linux nascono a inizio anni ’90. Ecco come funzionano e come si installano.
Chiunque abbia un minimo di confidenza con l’informatica e con Windows, sa che il sistema operativo Microsoft si caratterizza per il rilascio di nuove versioni del sistema operativo a distanza di alcuni anni l’una dall’altra. Tra Windows XP e Windows Vista, ad esempio, passano cinque anni (2001-2006); tra Vista e Windows 7 ne trascorrono tre (2006-2009); da Seven a Windows 8 passano sempre tre anni (2009-2012) e analogo lasso temporale si dovrà aspettare per Windows 9 (una prima versione di prova dovrebbe essere comunque rilasciata a breve). Gli sviluppatori, comunque, concentrano le proprie attenzioni su un’unica versione (quella più “attuale”) mettendo un po’ da parte quelle passate.
L’universo Linux è diametralmente opposto. La natura di sistema operativo open source e completamente riadattabile ha permesso, con gli anni, che si sviluppassero versioni sempre nuove e differenti, accomunate però dall’utilizzo del kernel creato da Linus Torvalds nel lontano 1991. Le distribuzioni Linux sono proliferate con il passare degli anni e oggi se ne contano a centinaia: troviamo quelle destinate all’utente “medio” e simili, in usabilità e interfaccia grafica, a Windows (Ubuntu, ad esempio); altre destinate a un’utenza con competenze tecniche e informatiche superiori (Debian e Slackware); o, ancora, destinate a utenti business e enterprise (Fedora). A differenza delle varie versioni Windows, le diverse distribuzioni Linux vivono “di vita propria”, indipendentemente l’una dall’altra e hanno (nella gran parte dei casi) pochi elementi che le colleghino.
Cosa sono le distribuzioni Linux
Quando si parla di distribuzioni Linux ci si riferisce a distribuzioni software (ovvero collezioni di programmi relativi a uno o più campi di applicazione selezionati e distribuiti in un unico pacchetto) che costituisce un sistema operativo perfettamente funzionante. Effettuando il download di una qualsiasi delle distribuzioni esistenti e installandola sul disco rigido del computer, si avrà a disposizione un sistema informatico completo in ogni sua parte, dotato della gran parte dei programmi solitamente più utilizzati (browser web, programmi di messaggistica istantanea, applicativi d’ufficio, programmi di fotoritocco, ecc.). Tali distribuzioni appartengono alla famiglia dei sistemi operativi Unix-like, ovvero simili a UNIX.
La storia
Prima della comparsa delle distribuzioni, chiunque volesse utilizzare il kernel sviluppato da Linus Torvalds doveva avere una profonda conoscenza dell’ambiente operativo UNIX e di tutte le sue dinamiche. Doveva conoscere diversi linguaggi di programmazione, essere a conoscenza di quali librerie e dipendenze ci fosse bisogno e dettagli riguardanti il funzionamento del file system.
I primi a sviluppare distribuzioni Linux sono gli utenti esterni al ristretto gruppo di sviluppatori originari del kernel Linux. Mentre questi ultimi sono interessati a perfezionare la “base operativa” del sistema, i primi sono più interessati a realizzare dei pacchetti di programmi applicativi, interfacce utente e pacchettizzazioni che potessero essere riutilizzate anche da altri utenti.
Tra le prime distribuzioni – tutt’altro che perfette – troviamo Boot-Root, formata da due floppy disk; MCC Interim Linux, sviluppata dal Manchester Computing Center dell’Università della cittadina britannica; TAMU; Softlanding Linux System; Slackware e Yggdralis Linux. Tutte, più o meno, hanno visto la luce a cavallo tra la fine del 1991 e l’inizio del 1993; solo Slackware, però, è tuttora esistente.
Queste distribuzioni si affermarono immediatamente come valide alternative a Microsoft Windows e MAC OS, riuscendo a guadagnarsi una fetta di aficionados via via maggiore. Ciò spinge altri programmatori indipendenti e software house a sviluppare loro versioni del sistema operativo Linux: le distribuzioni proliferano velocemente e sempre più utenti le scelgono come alternativa open source ai sistemi operativi a pagamento. Oggi si contano oltre 300 progetti attivi, ognuno dei quali caratterizzato dall’interfaccia grafica utilizzata, dal sistema di gestione dei pacchetti, dal sistema di gestione dell’installazione e molto altro ancora.
L’installazione di una distribuzione
Nel caso in cui si decidesse di fare “il grande salto” da un sistema operativo proprietario verso una delle tante distribuzioni Linux, ci sono pochi, fondamentali passi da seguire. Dopo aver scelto la distribuzione che meglio si adatta alle proprie necessità, si dovrà effettuare il download dell’immagine disco dal portale ufficiale della distribuzione stessa e masterizzarla su un CD o DVD.
A questo punto si procederà con l’installazione tramite bootstrap: si inserisce il CD appena masterizzato nel lettore e si riavvia il sistema; si accede al BIOS della scheda madre e, tra le impostazioni per l’avvio, si scegli il lettore CD come opzione primaria. Al susseguente riavvio, il computer inizierà la lettura dei dati presenti nel CD o nel DVD e, se tutto è andato come da programma, prenderà il via la procedura di installazione guidata della distribuzione.