Il roaming indica la capacità di cellulari e smartphone di connettersi a reti differenti da quella del proprio operatore mobile. Ecco a cosa serve e come funziona.

Roaming è un termine tecnico tipico del settore delle telecomunicazioni mobili che deriva dal verbo inglese to roam (vagare, andare in giro). Nell’ambito settoriale in cui viene utilizzato, però, il suo significato assume una sfumatura diversa: non più un generico vagare ma una più precisa e puntuale rintracciabilità nel territorio. Con il termine roaming, infatti, si identificano tutte quelle procedure, tecnologie e norme che permettono agli apparecchi di telefonia mobile di essere rintracciati all’interno di una rete o più reti telefoniche e di essere messi in comunicazione con altri apparecchi appartenenti alla stessa rete o a reti distinte.

Roaming involontario e nazionale

Il roaming, in particolare, permette a cellulari e smartphone di mantenere la connessione alla rete GSM anche quando si passa da una zona servita da un operatore mobile a zone non coperte da questo ma raggiunte dal servizio di un altro operatore. All’interno del territorio nazionale, quindi, è difficile che il proprio dispositivo mobile entri in “modalità” roaming: può accadere raramente nelle zone di confine, dove il segnale della propria compagnia telefonica può intersecarsi con il segnale di una compagnia straniera e il cellulare automaticamente sceglie di connettersi al network mobile dell’altro gestore ad esempio perché quest’ultimo ha, localmente, un segnale più potente. In questo caso si parla di roaming involontario, ma, nel caso in cui si effettuasse una chiamata, questa sarebbe “catalogata” come se fosse avvenuta da un Paese estero, con tutte le conseguenze economiche e tariffarie che ne derivano.

Tornando indietro di qualche anno, invece, non era raro che si verificassero anche all’interno del territorio nazionale casi di roaming, ossia di transito verso le reti gestite da altri operatori. Per favorire la concorrenza ed evitare la creazione di posizioni monopolistiche all’interno del mercato italiano, vigeva l’obbligo per gli operatori consolidati di garantire il roaming gratuito agli utenti di un altro operatore di telefonia mobile che si stava affacciando sul mercato (emblematici di casi di Tim con Wind e Tre), con limiti e restrizioni legati soprattutto alle offerte tariffarie che potevano essere utilizzate solo sotto copertura delle rete del proprio operatore.

Roaming internazionale

Il roaming internazionale è, invece, il roaming “propriamente detto”. Quando visitiamo una nazione straniera, infatti, possiamo continuare a utilizzare il nostro numero di cellulare appoggiandoci a uno degli operatori telefonici della nazione in cui ci troviamo. In questo caso, si dice che l’utente si trova al di fuori del campo del proprio operatore madre e potrà continuare a utilizzare tutti i servizi connessi alla sua scheda SIM (effettuare e ricevere chiamate, inviare e ricevere SMS; navigare in Internet, ecc.) per mezzo di una rete (o operatore) ospitante. Si tratta di un tema molto delicato, soprattutto per la gestione e la definizione delle tariffe, sul quale si è espressa anche l’Unione europea che ha approvato un regolamento relativo al roaming internazionale all’interno dei suoi confini. Obiettivo? Conseguire significative riduzioni dei prezzi per i consumatori attraverso un’Eurotariffa, stabilendo un tetto massimo dei prezzi che un operatore può applicare per le chiamate effettuate o ricevute tra paesi Ue.

Le fasi del processo di roaming

Il processo di roaming è composto da due fasi, definite in inglese Location update e Mobile Terminated Call. Nella prima fase il cellulare, appena acceso, verifica la non disponibilità della rete madre e tenta di connettersi alla rete ospitate: quest’ultima contatta la rete madre per ricevere informazioni sull’utente “esterno” che tenta di accedere alla rete, incluso se abbia o meno l’autorizzazione a connettersi in roaming. Nel caso in cui queste verifiche vadano a buon fine, l’utente potrà temporaneamente connettersi alla rete ospitante, che provvederà a smistare alla rete madre tutte le informazioni riguardanti le attività dell’utente quando si trova in roaming. La seconda fase è quella che definisce il processo attraverso cui avviene la chiamata. Tutto parte da quello che in gergo tecnico viene chiamato MSISDN e che in parole povere sarebbe il numero di telefono: è grazie alle informazioni basilari convogliate attraverso il numero (prefisso telefonico internazionale e prefisso telefonico) che è possibile individuare il Paese verso cui la chiamata deve essere indirizzata e verso quale operatore e, di conseguenza, verso quale rete mobile.

Roaming dei dati

Come detto, però, il roaming non interessa solamente chiamate e SMS, ma anche il traffico dati (ovvero la connessione Internet). Si tratta di una procedura che scatta anche sul territorio nazionale, dove alcuni operatori di telefonia mobile per garantire la navigazione attraverso le cosiddette chiavette USB o per dare continuità al traffico dati di smartphone e tablet sono costretti ad “appoggiarsi” alle reti di altri gestori. Si tratta, naturalmente, di un servizio che non è gratuito per i consumatori, nemmeno per i titolari di abbonamenti o tariffe flat. Nelle zone non coperte dai servizi di traffico dati del loro operatore gli utenti sono costretti a scegliere se  rinunciare totalmente al servizio stesso o  pagare, appunto, per il roaming dati. La situazione si ripete speculare anche all’estero. Se, come detto, per chiamate effettuate in roaming è stato trovato un accordo a livello europeo affinché i prezzi si mantengano a livelli accettabili, nessun regolamento vincola invece gli operatori telefonici ad avere prezzi bassi per il roaming dati. Si tratta quindi di un problema per moltissime persone: sia per i viaggiatori abituali, impossibilitati a utilizzare appieno le funzionalità dei loro smartphone e tablet, sia per quelli occasionali che, ignari di quali siano le tariffe internazionali per il roaming dati, navigano ugualmente attraverso i loro dispositivi mobili, ignari degli esborsi economici che questo comporta.

Come disabilitare la funzione roaming dati

Una possibile soluzione a questo problema è disabilitare la funzione del roaming dati sul vostro smartphone.

Per far questo, i possessori di dispositivi Android dovranno andare su Impostazioni, Rete/Dati Mobile, Roaming Dati ed infine deselezionarne l’opzione.

Per i sistemi iOS sarà necessario andare su Impostazioni, Generali, Cellulare e poi disabilitare il Roaming Dati.

Con Windows Phone andare invece su Impostazioni, Rete Cellulare e selezionare Non collegare in roaming.

Su BlackBerry, infine, andare su Gestisci connessioni, Opzioni di rete mobile e disattivare l’opzione Durante il roaming.