La carriera del programmatore dalla nascita del sito di microblogging al ritorno alla carica di amministratore delegato del gruppo.

Jack Dorsey nasce a Saint Louis, nel Missouri, il 19 novembre 1976. Sin dalla più tenera età si appassiona di informatica e programmazione e già alle superiori si dedica con costanza alla realizzazione di software open source. Da studente, a 15 anni, rilascia il suo primo software: si tratta di un gestionale per compagnie di taxi e macchine a noleggio. Studia prima alla Missouri University of Science and Technology poi alla New York University senza terminare mai gli studi. Nel 2000 si trasferisce a Oakland (California), dove apre la sua software house e continua a realizzare software per taxi, macchine a noleggio e autotrasportatori.

L’idea del microblogging

Proprio mentre lavora a un aggiornamento del suo programma Dorsey ha l’idea di realizzare una piattaforma di microblogging con la quale gli internauti possano comunicare a tutto il mondo idee, pensieri e stati d’animo in maniera breve e concisa.

 

Una foto di Jack Dorsey di qualche anno fa

 

Per realizzare questa sua idea – ispirata probabilmente da software di messaggistica istantanea come AOL Instant Messanger – chiede la collaborazione di un’altra software house, la Odeo. Non ci vuole molto a convincere Evan Williams e Biz Stone, due delle figure di rilievo di Odeo, della bontà della sua intuizione. Nel giro di poche settimane i tre programmatori danno vita a Obvious, piccola startup che rappresenta la base di partenza di Twitter. Nel giro di un paio di settimane dalla costituzione di Obvious, Jack Dorsey presenta ai suoi colleghi una piattaforma di microblogging con la quale chiunque può creare dei post molto brevi: 140 caratteri al massimo, spazi inclusi.

L’inizio delle trasmissioni… cinguettanti

Il 21 marzo 2006 Dorsey, che ricope il ruolo di Ceo della piccola startup, posta il primo messaggio sulla piattaforma: “Just setting up my twttr“, ovvero “Sto impostando il mio twttr”. La prima versione della piattaforma è testata per diverse settimane solamente dagli impiegati di Odeo, mentre la versione finale e pubblica è rilasciata il 15 luglio del 2006. Il 2007 rappresenta l’anno di svolta per la piattaforma di microblogging: grazie alla collaborazione con il South to Southwest festival il numero di cinguettii giornalieri triplicano nel giro di poche settimane, facendo così salire Twitter all’onore delle cronache nazionali. Jack Dorsey resta in carica come Ceo di Twitter sino a metà 2008, quando il suo posto venne preso da Evan Williams. Durante questo periodo non è esente da critiche per le sue scarse doti manageriali: è infatti accusato di non accettare critiche e di non saper dare un indirizzo preciso all’azienda come riporta il libro “Hatching Twitter”, cui Forbes dedica un articolo. Dal 1 luglio 2015 diventa amministratore delegato ad interim di Twitter in seguito alle dimissioni di Dick Costolo. Il 5 ottobre la conferma del ruolo via tweet.

Sulla nomina pende però il rischio di un potenziale conflitto di interessi visto che Dorsey vuole mantenere il ruolo di amministratore delegato della startup Square, che entro l’anno potrebbe depositare i documenti per l’Ipo. Il 23 ottobre il Dorsey comunica la decisione di restituire un terzo delle sue azioni della società ai dipendenti, operazione dal valore di circa 200 milioni di dollari. L’obiettivo è “reinvestire nelle persone”. “Per quanto mi riguarda, preferisco avere una piccola parte di una cosa grande che una grande parte di una cosa piccola”, ha aggiunto Dorsey in un altro messaggio, assicurando: “Sono fiducioso che renderemo grande Twitter”. La mossa dopo la notizia degli oltre 336 licenziamenti decisi la settimana precedente.